lunedì 13 maggio 2019

Dagli «Annali» scritti dal sac. GIUSEPPE CAPOEDICI (1749-1828) alle pp. 149 a 161.

Nella foto le reliquie del Beato Andrea Xueres nel paliotto sotto l'altare maggiore della Chiesa di San Filippo Apostolo

Prima parte
Continui erano i digiuni, le vigilie, le orazioni ed ascettismi nell’osservanza delle leggi e degli istituti della sua Religione. Sin da fanciullo conservo la purità d’animo e di corpo e nel mirarlo accendea ed invitava tutti alla castità. Fu chiamato d’alcuni Xuares e creduto nativo in Malta ed educato in Siracusa ma ciò senza alcun fondamento.
Il Governatore della Camera Reginale di Siracusa e la Nobiltà tutta l’ebbero per i suoi ottimi costumi molto a cuore. Tutto il giorno ricorrevano a lui per ricevere buoni consigli; infatti fu da questo Senato a nome della Citta tutta per alcuni bisogni mandato per Ambasciatore alla Regina Maria che governava questa Camera dalla quale venne benignamente accolto ed ottenne quanto desiderava anzi fu dalla medesima regalato d’una nave carica di legname che l’applico parte per un dormitorio di questo Convento che al presente esiste e mezzo al Convento di Santa Maria La Grotta della Città Vecchia di Malta onde tanto questo Convento de’ Padri Domenicani quanto quello di Malta hanno gli stessi Dormitorj su lo stesso modello.
Piacque finalmente al Signore in premio delle tante fatiche per la salute de’ prossimi operate chiamare il Xueres all’eterno riposo poiché sorpreso da una malattia fra pochi giorni finì di vivere al di 25 Dicembre dell’anno 1434. I Padri che dimoravano nel Convento pensarono prestamente di seppellirlo, temendo che la moltitudine della Gente avrebbe apportato grande confusione e sconcerto nello strappargli le vesti di addosso per quella fama di santità che di Andrea erasi sparsa, onde lo racchiusero nella comune sepoltura de' Padri a fine d’ignorarsi con l’andar del tempo il luogo dove erasi quel sacro corpo riposto nel confondersi con gli altri cadaveri e fu appunto la sepoltura quella stessa ch'era dentro la Sagristia vecchia prima di rifabbricarsi la chiesa ed oggi dentro lo Cappellone della nuova chiesa dietro l’altare Maggiore in cornu Evangelii.


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