venerdì 17 maggio 2019

Da «Vite manoscritte dei Santi Siciliani dei secoli XVI e XVII», composte dal R.P. OTTAVIO GAETANI (1566-1620), che si conservano nella biblioteca nazionale di Palermo con la seguente signatura: II. E. 13 fol. 287»

Nella foto le reliquie del Beato Andrea Xueres poste nel paliotto sotto l'altare maggiore di San Filippo Apostolo

Prima parte
Fra quelli dell’ordine domenicano, che in questa nostra isola si resero illustri per santità e integrità di vita, non potrà ritenersi fra gli ultimi Andrea, Sacerdote siracusano, come colui il quale in vita ed in morte, (il che si vedrà nello sviluppo di questa istoria) apprestò sempre di sé esempio nobilissimo di pietà e di Santità; sin da fanciullo (sperando i suoi genitori moltissimo nella di lui pietà e somma eloquenza), per loro consiglio, si versò nelle lettere ed in breve fece tali progressi, che superò di gran lunga i suoi condiscepoli, nella continua pratica dei quali, aborrì sempre ogni licenza e predilesse quelli che gli sembrarono forniti di onesti costumi, sia frequentando i templi, sia assistendo alle sacre concioni, sia conversando coi religiosi e specialmente coi figli di San Domenico, talmente rimase infiammato dalle sante parole di questi ultimi, che finalmente chiese di essere ascritto nel loro numero, cosa che facilmente ottenne perché fornito di costumi illibati e di singolare ingegno. 

Così è, che ascritto nello stesso ordine domenicano, ben presto superò tutti i suoi coetanei, sia nello studio, sia nelle lettere e quel che più importa, nell’integrità della vita per cui si rese a tutti accetto e caro.

Ordinato poi sacerdote, decise di adempire a tutti i doveri del Sacerdozio; era così grande la soavità dei suoi costumi e la bramosia di procurare la salvezza del prossimo e specialmente di ascoltare le confessioni, che sparsasene la fama per tutta Siracusa, era quasi incredibile il numero di persone d’ogni ceto e condizione che a lui convenivano ed erano ricevute con carità e rimandate contente per gli opportuni rimedi apportati ad ogni peccato.
Né è da credersi che per tutta questa affluenza di persone, per la quale per altro si accresceva di giorno in giorno, venisse in lui meno la pazienza, che anzi riuscì a disimpegnare questo suo dovere così bene, come nessun altro mai, e benché occupato da gravi e continue fatiche, giammai alcun fu rimandato non soddisfatto; tuttavia fra le altre sue virtù era così pieno di umiltà, che per questa ed eccellentissima non fu mai a nessuno secondo ove gli rimanesse alcun che di riposo, mostravasi assiduo in digiuni, vigilie ed orazioni e non era pago solamente di quelle prescritte dagli statuti del suo ordine, ma previo il permesso dei suoi direttori, altre ed altre ancora se ne imponeva. 

Era a tutti nota la purità del di lui animo, che esso conservava intatta sin dai suoi primi anni e che gli si leggeva in volto. Ad eccezione di coloro coi quali usava con vera dimestichezza, soleva conservare in pubblico un contegno serio e grave.


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